Flattr this

Baraccopoli All'italiana

 

Clicca qui per vedere altre immaginiDicembre 2008
  Oggi, cento anni dopo, nel territorio comunale di Messina sono ancora presenti tracce di quell’orribile catastrofe che fu il terremoto del 1908. In zone come Fondo Fucile, Giostra, Camaro, Maregrosso e altre si ergono delle vere e proprie baraccopoli (purtroppo ricche d'amianto fin da tempi non sospetti) che la città si trascina da cent’anni e che non riesce e non vuole estirpare! Il fatto incredibile è che alcune di esse sono abitate appunto da cent’anni ed altre “solamente” da sessant’anni e cioè da dopo la Seconda Guerra Mondiale. Possono generazioni di cittadini italiani ancora vivere in baracca in un paese membro del G4-G8-G20? Come è possibile che a Messina siano rimaste ancora queste situazioni abitative ormai risolte anche nell’Umbria del terremoto del 1997? Il fenomeno italiano delle baracche di Messina non è paragonabile a quello delle favelas brasiliane o degli slums delle ex colonie britanniche. Le favelas derivano da problemi sociali enormi, dovuti al ciclopico trasferimento di popolazioni verso le grandi città ed al conseguente sovraffollamento di aree urbane; le Baraccopoli All’italiana sono dovute alla forte presenza di interessi personali di varie figure politiche e non e di cavilli burocratici. Le calamità naturali e i disastri provocati dall’uomo portano morte e distruzione … ma perseverando uno stato perenne di calamità si possono ottenere fondi e favori di vario genere ed in maniera trasversale. I politici locali hanno accesso ad ingenti fondi erogati per risolvere il problema, hanno un’enorme cappio a cui appendere l’elettore della baraccopoli ad ogni tornata elettorale, viceversa gli abitanti delle baracche hanno sempre un ottimo pretesto per chiedere qualcosa alla Cosa Pubblica. Negli anni le case nuove sono state costruite e consegnate anche se in numero limitato rispetto ai fondi stanziati e spesso rispettando graduatorie clientelari, a questo si somma il fatto che le baracche non vengono lasciate, spesso sono occupate da altre persone o ereditate da parenti e altre volte continuano ad essere abitate anche perché spesso le nuove case sono senza acqua e senza luce! Come al solito siamo di fronte ad un problema che non dovrebbe sussistere, nel senso che basterebbe essere onesti e gestire la Cosa Pubblica come dovuto ed il problema sarebbe risolto … ci vorrebbe un miracolo all’italiana!

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Marco Calò  

 

 

Calcio Storico Fiorentino

 

Clicca qui per vedere altre immaginiGiugno 2008
  Il Calcio Storico Fiorentino è tornato! Dopo due anni di sospensione, la stagione 2008 si presenta con nuove regole e nuovi protagonisti. Le squadre sono quattro che rappresentano altrettanti quartieri fiorentini: i Rossi (Santa Maria Novella), gli Azzurri (Santa Croce), i Bianchi (Santo Spirito) e i Verdi (San Giovanni). I calcianti di San Giovanni si sono rifiutati di giocare la semifinale per protestare contro le nuove regole che stabiliscono: Calcianti di età non superiore ai quarant'anni, da qui l'esclusione di tanti della vecchia guardia; fedina penale pulita o comunque non macchiata di reati di violenza ed omicidio; divieto assoluto di colpire l'avversario alle spalle e in più calcianti contro uno solo, questi tipi di falli sono puniti con l'arresto immediato al termine della gara. Queste sono le principali nuove regole del Calcio Storico Fiorentino che tanto stanno facendo discutere e protestare gli addetti ai giochi. Ma come ormai da tanti anni il 24 giugno, festa patronale della città di Firenze, si disputa la finalissima che nell'edizione 2008 vede fronteggiarsi Rossi ed Azzurri. Gli spalti sono gremiti, i calcianti Rossi carichi di adrenalina si riscaldano davanti l'ingresso della Chiesa di Santa Croce, gli Azzurri in una traversa attigua la piazza, gli sbandieratori iniziano lo spettacolo.

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Marco Calò  

Alicudi

 

Clicca qui per vedere altre immaginiAprile 2008
  Isole in mezzo al Mare Mediterraneo, le Isole Eolie, da sempre richiamo per turisti, pittori e cineasti per non dire etologi, etnologi e vulcanologi, grazie alla loro forza immaginativa, alla popolazione assai particolare e al territorio rude ed arso dal sole. La più piccola di queste isole è Alicudi, un vulcano di 4 km quadrati spento da secoli, dove vicissitudini storiche ma soprattutto economiche hanno ridotto la popolazione attuale ad un numero circa di un centinaio di persone che risiedono qui tutto l'anno. Alicudi per questo motivo è speciale ed è molto visibile la forza degli abitanti ed il loro spirito di gruppo; gli Arcudari indossano un'espressione comune; le abitudini e le attitudini di questi abitanti sono molto antiche e naturali; qui si scopre cosa vuole dire il "vivere in comune". Tutto è essenziale. Dall'acqua corrente al gas, dall'elettricità al cibo, gli spostamenti, tutto scorre faticosamente e tutto è labile. Le necessità sono appese ai fili della dea fortuna e lo sforzo che si fa quotidianamente (anche i turisti) per mantenerle è uno sforzo ormai obsoleto alla realtà più urbana. Sperimentare la semplicità è alla base della bellezza di questo luogo dove tutto è a misura d'uomo: "ogni cosa che fai la fai perché la tua mente e il tuo fisico te lo permettono" non ci sono aiuti meccanici o motorizzati sull'isola. Ad Alicudi si entra in contatto con un mondo particolare formato sì da turisti ma soprattutto dai suoi abitanti e dall'isola stessa. Alicudi diventa come una parte della tua città, come il quartiere in cui abiti. riconosci le storie e le cose che ti circondano, sei dentro al paesaggio. Anche le relazioni umane non sono mai scontate e sono basate su meccanismi non consueti. Alicudi è uno spaesamento, un andare a scoprire cose e sensazioni dimenticate o mai sperimentate. Questo lavoro fotografico mette in posa i loro volti, il corpo e gli occhi di un posto esclusivo che non si trova poi così lontano. Ringrazio tutti gli Arcudari che si sono fatti ritrarre definendo l'immagine dell'isola in questi anni.

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Francesco Gnot  

La Stanza Del Buco

 

Clicca qui per vedere altre immaginiNovembre 2007
  In Italia se ne discute da cinque anni, nel resto d'Europa (Barcellona, Madrid, Francoforte sul Meno, Amburgo, Zurigo, Basilea, Ginevra, Rotterdam e tante altre) si sperimentano da più di quindici anni. Che cosa è la stanza del buco? In base alle esperienze europee, la stanza del buco è un luogo circoscritto (tipo ambulatorio medico), sotto la giurisdizione e controllo del Servizio Sanitario Nazionale, gestito da medici, operatori sociali e volontari, in cui è consentito l'accesso, in accordo con la Magistratura e le Forze dell'Ordine, di soggetti tossico-dipendenti appurati, di cui verrà creata una cartella clinica, già muniti di sostanza stupefacente, con lo scopo di permettere loro l'uso di tali sostanze, di cui sono appunto dipendenti, in un ambiente igienicamente tutelato, sufficiente ad ostacolare il contagio delle malattie infettive (HIV-HBV-HCV) e garantire il pronto intervento medico in caso di overdose o altra necessità. In sostanza è un servizio socio-sanitario, dove si cercano di risolvere problemi socio-sanitari, dove non si promuove l'uso della droga ma si tutela la salute; si va incontro a chi continua a "farsi" e a chi cerca di uscirne, a chi cerca di rimanere in vita. Non si immagina neanche quanto sia importante avere una sedia ed un piano su cui potersi appoggiare piuttosto che farlo per terra e per strada, si riacquista dignità! Agganciare un tossico-dipendente a questo tipo di servizio è un vantaggio per tutta la società. I fatti sono ben visibili agli operatori, quelli che stanno sul campo e alla gente che vive in queste città europee ed al cosiddetto "vicinato"; parola del medico Manel Anoro e del magistrato Jurgen Weimer, responsabili rispettivamente della Sala Baluard di Barcellona e delle Narco Sale di Francoforte sul Meno: i morti per overdose sono drasticamente diminuiti perché in questi luoghi, al contrario di quanto avviene per strada, ci sono medici specializzati per un pronto intervento; il contagio diminuisce grazie ad una situazione di maggiore igiene; lo smaltimento delle siringhe e del materiale infetto è più efficace. Riconoscere l'esigenza di un tale luogo vuol dire restituire dignità a queste persone, che sono individui malati che hanno bisogno di cure ed assistenza come si fa per tanti altri tipi di malati; per chi decide di cambiare questo è un passaggio intermedio. Ci sono individui che riescono ad andare oltre; vengono ingaggiati dal Comune per specifiche mansioni, come quella della pulizia di alcune strade e del parco cittadino; è stato rilevato un uso diverso dei soldi guadagnati legalmente da quelli acquisiti illegalmente. La collaborazione nelle pulizie della città fanno cambiare la percezione che la gente ha delle persone che fanno uso di droghe pesanti e spesso i negozianti danno da bere e da mangiare. Da tutto ciò ne deriva una diminuzione della criminalità. In Italia, Torino è l'unica città in cui si è molto vicini all'approvazione da parte del Consiglio Comunale di un provvedimento per sperimentare la Narco Sala; intanto il Parco Stura continua ad essere il parco delle siringhe (il parco di Zurigo ha finito di essere tale venti anni fa). Portare il dibattito e le conseguenti decisioni su aspetti concreti piuttosto che ideologici farebbe fare all'Italia un reale passo in Europa e le consentirebbe di salvare qualche vita umana. Si ringraziano tutte le persone che hanno accettato di farsi fotografare.

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Marco Calò  

Gli Uomini Bestia

 

Clicca qui per vedere altre immaginiOttobre 2007

 

 

 

 

 

Clicca qui per vedere altre immagini Fotografia di Marco Calò  

Incontri Ravvicinati Del Barese Tipo

 

Clicca qui per vedere altre immaginiSettembre 2007
  Questo servizio rappresenta la volontà di visualizzare qualcosa di scontato: il prodotto, l'evento, la pietanza tipo/tipica... per promuovere sul territorio nazionale ed internazionale l'economia di una città (Bari) e della sua provincia. A tal fine è appunto necessario puntare l'obiettivo su ciò che è tipico e credo che nella provincia di Bari l'elenco del connubio Comune-Prodotto Tipico sia tra i più lunghi e consolidati nel tempo; sono coinvolti piccoli commercianti, piccole e medie imprese, artigianato e agricoltura. La lista di questa stretta relazione la troverete nelle didascalie delle immagini. Nei luoghi in cui esiste un così forte connubio tra comune e prodotto tipico la consapevolezza sociale del prodotto acquista sapore di familiarità, orgoglio e appartenenza. il prodotto diventa simbolo. Alcuni prodotti/eventi sono già conosciuti al grande pubblico: l'olio di Bitonto, il pane di Altamura, la festa di San Nicola, ecc.; altri sono conosciuti nella regione o solo nella provincia. C'è chi vuole preservare vocazioni tipo le donne di Bari Vecchia che fanno le orecchiette di fronte all'uscio di casa (si dice che siano state inventate proprio lì); chi vuole mantenere vivi i raffinati elementi di distinzione come il fornaio di Altamura che cuoce ancora il pane nel forno a legna del 1400, accontentandosi di una produzione minore ma di altissima qualità e chi invece, lanciato in un'economia sempre più globalizzata, cuoce il pane nei forni elettrici ma lo esporta in tutto il mondo; c'è chi ha la necessità di spinte innovative tipo i floricoltori di Terlizzi che hanno cominciato questa attività negli anni '60 sostituendo all'orticoltura la coltivazione dei fiori più belli; c'è chi continua a produrre prodotti che rischiano anno dopo anno di essere schiacciati dalla concorrenza internazionale tipo il vino di Locorotondo. Comunque sia, muoversi nella provincia barese è stato come sedersi ad una grande tavola dove di volta in volta viene servita una pietanza da mangiare con le mani, appena uscita dal forno oppure cruda; alla fine mi sono reso conto di aver visto, degustato e immortalato un "mito".

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Marco Calò  

Avvocati Nel Pallone

 

Clicca qui per vedere altre immaginiGiugno 2007
  Nello stadio comunale di Misano Adriatico (RN) si sono svolte le semifinali/finali del 36/mo Campionato Forense Nazionale di Calcio. In campo professionisti del Foro in casacca giallo-rossa, bianco-rossa, nero-azzurra e blue per vincere con la squadra della propria città. Messi da parte gli Atti Giudiziari. la forza nelle gambe, la preparazione atletica, la concentrazione ed il gruppo fanno la differenza come nelle grandi squadre di calcio. La tensione è alta prima di ogni incontro, durante il match i colpi ricevuti e dati non si risparmiano, gli insulti ancor meno ma non potrebbe essere altrimenti, la posta in gioco è alta: chi vince è Campione d'Italia e questo, in quel momento, vale più di qualunque causa vinta. Il Bari (primo) ed il Lecce (terzo) si riconfermano ai vertici nazionali per il secondo anno consecutivo; il Genoa (secondo) ed il Latina (quarto) non hanno mollato fino all'ultimo. rigore! Alla fine dei giochi si ritorna se stessi, si chiacchiera con i colleghi delle altre città e si conferma l'appuntamento del lunedì mattina con i propri compagni al bar del tribunale. L'unico che è ancora sotto la "magia" del calcio è l'arbitro (FIGC) che, avendo insultato gravemente un giocatore, si è barricato negli spogliatoi e ora rischia una denuncia da un Campione del Foro.

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Marco Calò  

Windy Greetings

Clicca qui per vedere altre immaginiMaggio 2007
  Negli anni settanta in Danimarca veniva costruito da un numeroso gruppo di yeppies il mulino a vento più grande del mondo; questo cambiò la storia della produzione di energia danese orientata, all'epoca, verso l'energia nucleare. Da allora, molti mulini sono sorti in quei territori consentendo, ad oggi, alla Danimarca di produrre il 20% (nel 2025 è prevista la produzione del 50%) del proprio fabbisogno in maniera pulita, usando la forza del vento. I mulini a vento sono come dei giganteschi fiori e chi sostiene che deturpino il paesaggio non capisce il bene che questi mulini facciano all'ambiente; consentendo all'uomo di produrre energia ma non con le centrali altamente inquinanti. In Italia, come al solito, siamo almeno trenta anni indietro considerato il fatto che solo ora in diverse regioni inizia l'istallazione di alcune decine di mulini. L'energia eolica e l'energia solare sono fondamentali per l'uomo e per l'ambiente e l'Italia dovrebbe essere all'avanguardia nella ricerca e nella produzione sia privata che pubblica, stimato il semplice fatto che sul territorio italiano non ci sono giacimenti di petrolio, gas e carbone ma sole e vento in abbondanza.

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Marco Calò  

Fuori Di Casa 1997-2007

 

Clicca qui per vedere altre immaginiAprile 2007
  Nel 1997 violente scosse di terremoto colpirono il cuore dell'Umbria; località come Nocera Umbra, Belfiore, Vescia, Capodacqua, Verchiano, Colfiorito, Scopoli e tante altre furono pericolosamente danneggiate; gli abitanti dovettero abbandonare le proprie case per sistemarsi temporaneamente nei campi container che furono allestiti nell'arco di pochissimi giorni. Nel 1998, ad un anno dal sisma, sullo sfondo sempre uguale ed omologante delle abitazioni prefabbricate, si cerca di cogliere la diversità di ogni singolo vissuto. Nella cornice generale di instabilità riaffiora l'esigenza di una vita stanziale. I volti, le posture, gli abiti delle persone fotografate, come le tendine alle finestre e le piante poste davanti a quasi tutti i container, ci raccontano del bisogno per coloro che abitano "Fuori di Casa" di ritornare ad abitare una casa vera. Nel 2007 i container nei campi non ci sono più, negli anni 2000/'01 sono stati sostituiti dalle casette di legno.

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Marco Calò  

Viaggiando In Second Life

 

Clicca qui per vedere altre immaginiMarzo 2007
  È un viaggio fatto attraverso il computer connesso alla rete. Bisogna andare su Second Life, scaricare il software, mettere qualche dato personale e inventarsi una password e poi.... e poi sei un cazzone qualunque, non hai neanche il pene. Se non conosci l'inglese sei anche parecchio analfabeta! Hai solo una magliettina bianca e un jeans. Siamo sulla prima isola, quella natìa dove vediamo per la prima volta i pixels illuminati di SL e l'aspetto del nostro avatar sembra assomigliare al fidanzato di Barbie nei tempi d'oro. Girare vestiti così in SL è come girare nudi per strada, gli altri avatar scappano via e da questo punto di vista non ci sono scrupoli. Ci sono dei tutorial da seguire (facoltativi?), farli sembra un giochino; comunque sia cominciamo a fare i nostri primi passi. Cazzo! ma sei ancora in magliettina e jeans, allora tasto destro, clickiamo sopra l'avatar e apriamo Appearance. .....

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Uelo Vuckovic  

Outside London Stadiums

 

Clicca qui per vedere altre immaginiFebbraio 2007
  Il meraviglioso "modello inglese" non è Beckham, sono gli stadi. Entrare in uno stadio inglese è proibitivo, il biglietto lo devi comprare diverso tempo prima o altrimenti ci sono i bagarini ma a prezzi stellari. Ovvio quindi che gli abbonati sono tantissimi e sono abbonati speciali: tutti! Bambini, anziani, giovani, bianchi, neri, ricchi, meno ricchi; forse i poveri non c'è la fanno! Venire a vedere una partita in Inghilterra è come assistere alla materializzazione di un fiume gi gente che sta andando a passare un pomeriggio speciale, godendosi in piena tranquillità un evento sportivo e non solo.

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Marco Calò  

Benvenuti In Casa Luzzi

 

Clicca qui per vedere altre immaginiGennaio 2007
  Ex Ospedale Luzzi (Monte Morello, provincia di Firenze, Toscana, Italia). Dal maggio 2006 è occupato da circa 350 persone, la maggior parte romeni, una trentina di senegalesi e altri gruppi di altra provenienza. Qui all'ex Ospedale Luzzi c'è anche un gruppo di giovani italiani, quasi tutti fiorentini, hanno "trovato" per primi gli stabili, anche perché sono in stretto contatto con il Movimento di Lotta per la Casa di Firenze. La cosa nuova di questa occupazione è proprio il gruppo di giovani italiani: sono il collegamento al mondo esterno per parecchi degli occupanti stranieri. Iscrivono loro (Maurizio) i bambini alle scuole elementari e medie; seguono loro (Camilla) una giovane che deve abortire ed ha diversi problemi da risolvere in merito; tengono viva loro (Miriam) la ludoteca dove circa una trentina di bambini passano i pomeriggi a giocare piuttosto che stare per strada; tengono loro (Vieri, Federico, Matteo e altri) attivo il teatro dove organizzano eventi di vario genere. ..

 

Clicca qui per vedere altre immagini Testo e Fotografia di Marco Calò